STORIA DEL CANZONIERE PISANO anticipazione

come anticipazione, un frammento della
STORIA DEL CANZONIERE PISANO
che sto scrivendo

carla 1968Carla Lanteri – 1968


SI DECOLLA

Cantavamo in coppia,
già da febbraio ’66, Carla ed io,
per divertimento, da amici tra amici

Lei divinamente, io della mia voce non sapevo
e lei mi dice che è per quella che mi ama,
ma la sua è liquida e splendente come quella della Callas
e questo mi fa venir voglia di migliorare,
poi c’è che ha appena finito il Conservatorio
ed io con lei provo a saperne di più

Ora che lei è tornata
e ci è subito entrata 
per starci davvero, come ora con me,
il Canzoniere finalmente decolla

Davvero decolla 
e dico artisticamente,
non dell’aspetto di utilità sociale che lo aveva anche appesantito,
dico vissuto finalmente da compagni consapevolmente artisti

Solo ora il gruppo è “strumento artistico di comunicazione”,
 attraente e molto comunicativo,
utilissimo al nascente e poi dirompente “movimento”,
detto “del ’68”, che 
a pisa fu precocissimo

pag 32
————–

il tuffopino masi – 1966


ARMANDINO


L’ultimo di noi giovani di quella gerazione

a morire affogato è stato pochi anni fa Armandino,
il piu piccolo dei fratelli della draga

Da bambino girava con me in cerca di conchiglie
e di argilla pulita da impastare per farne vasetti e pupazzi
o quella più morbida e appiccicosa per fabbricare palline e bersagliarci rincorrendoci senza farci troppo male tra stoppie e pozze e dune
lanciandoci argilla ed ogni tanto lanciando occhiate all’insetto nero scavatore,
la draga 
incastonata lontano nell’oro del fiume con i suoi fratelli a lavorare

Ora proprio lì c’è un bel ponte moderno, lunghissimo ed enorme,
che da cisanello 
porta alla superstrada fi-pi-li, sorvolando,
– invisibile, grazie alla sovrintendenza –
l’unico notevole reperto archeologico di quella riva,
detto da noi allora ragazzi “Le Bocchette”,
interessante opera idraulica leonardesca
che monitorava da secoli il corso del
fiume

Armandino ora era grande, lavorava alla società canottieri
al rimessaggio, in città, di fronte alla Cittadella
Sopravvissuto alle morìe di bambini affogati di allora,
come aveva promesso finchè vivo il fiume gli dava vivere

Finchè un giorno
– per aiutare qualcuno il cui naviglio era fermo
per una cima impigliatasi sul fondo del fiume ad un ferro vecchio e che,
zitta in agguato sotto il ponte della ferrovia,
aspettava Armandino a dieci bracciate da lui –

si tuffò sott’acqua e non tornò più

33
————————

sulla terrazza di santacecilia 25pino masi – 1968

STUDIO E NIDO
Una gioia immensa, per Carla e me,
il nostro studio e nido di via santa cecilia 25

Art Factory nostra, prima, ed ora di tutto il Canzoniere

“Collettivo Artisti per la Comunicazione Sociale”
Affitto di poche lire per tutto l’ultimo piano,
praticamente l’intero attico di un antico palazzo e, in più, altissima,
una terrazza stupenda posata, come una ciliegina sulla torta,
così in alto che – dal bel centro antico – guardavamo la città

con un solo sguardo totale panoramico

Attorno,
oltre il verde inciso dal sole
che
si specchia nelle anse lente del fiume,
gli armoniosi monti pisani che chiudono al freddo nord e,
a levante, le colline di querce dove abito ora 
verso volterra e poi,
volgendo, 
stagni inquattati a sud verso livorno tra macchie di arbusti e,
a ponente, lontane e azzurrine, 
le pinete sulla costa e, dalla luce diversa,
intuisci spiaggia e mare se non li vedi 
perché c’è foschia ma, se non c’è,
li vedi risplendere all’orizzonte e, nel rosso del tramonto,
per incanto sospese tremolanti tra cielo e mare,
vedi Capraia e Gorgona, nostre isole belle

IMG_20150530_180408_1CSCentro Studi Nuovarmonia – 2016

Pubblicato da pinomasi

selinunte, marinella di selinunte, comune di castelvetrano, provincia di trapani, regione sicilia, nazione italia, madre siciliana, padre pisano, nonno materno scultore liberty ed oratore socialista rivoluzionario, nonno paterno poeta futurista e fascista dalla marcia su roma fino alla fine di salò, scuole in sicilia fino alla quarta elementare, quinta elementare e scuola media a pisa, maestro d'arte diplomato all'istituto statale d'arte di pisa con la migliore media di voti del suo corso, poi - come pittore allievo di severa e purificato all'accademia delle belle arti di firenze - studia anche anatomia e storia dell'arte e, al contempo, aderisce alpotere operaio pisano che ruota attorno alle con/vers/azioni di sofri cazzaniga dellamea luperini e fonda con alfredo bandelli e lydia nissim ed altri il canzoniere pisano dando inizio alla nuova canzone popolare di lotta che caratterizzerà il movimento di antagonismo politico culturale per tutto un quindicennio caratterizzato dalle lotte sociali e dall'unità tra studenti e operai, unità che dava al movimento di allora la forza bastante a richiedere ed imporre al sistema di potere bipolare asssoluto filosovietico o filoatlantico di allora una alternativa indipendente di democrazia diretta, esempio temibile di questa forza fu per i potenti di allora l'autunno caldo del 1969 ed a questa forza da loro temuta risposero immediatamente con la strategia della tensione iniziata appunto con la strage di piazza fontana a milano del 12 dicembre 1969, strage di cui lo stato accusava gli anarchici e di cui invece pino, in piena sinntonia con la nascente lotta continua di adriano sofri e di mauro rostagno, accusava lo stato come mandante ed esecutore della strage attraverso i suoi servizi appositamente segreti, nasce così il canzoniere del proletariato e la collana dei dischi di lotta continua, nascono i circoli ottobre, nasce il film di pasolini sulla strage e nasce la distribuzione militante dei dischi e del film e dei concerti con il circuito culturale alternativo rappresentato dai circoli ottobre, ma la strategia della tensione attuata dal potere centrò comunque il suo principale scopo e cioè quello di spostare improvvisamente lo scontro col movimento antagonista dal livello prevalentemente culturale a quello prevalentemente militare, che non poteva che portare al soffocamento culturale del movimento...