AUGURI SINCERI PER UN FELICE 2017 !
AUGURI SINCERI, o amiche & amici,
ma cerchiamo di essere coerenti e forti e giusti e coraggiosi,
se vogliamo che per noi, e grazie a noi per tutti,
questo 2017 possa davvero essere un anno felice
ed a questo proposito ricordiamoci, anche oggi, una cosa che già si sa:
Tutti a Roma ! Tutti a Roma !
A Primavera siamo tutti a Roma !
Curioso di vedere chi non ci verrà !
AUGURI SINCERI
CHI NON CI VUOLE NON CI MERITA,
affermiamo a volte nei momenti difficili,
ma se ne siamo consapevoli riusciamo a mantenerci forti
(e parlo a quelli di noi comunque liberi e fieri e indomabili)
e, per muta disciplina, riusciamo a preservarci liberi e completi per poi,
grazie al cielo, scoprire presto una gran fioritura di preziosi colori
e percepire di essere certamente tanti e certamente non soli !
CHI NON CI VUOLE NON CI MERITA
Lo provi anche tu che mi leggi o mi ascolti se,
ad un tratto, ti scopri davvero unico e apparentemente solo,
ma sapendoti mio fratello, di me come minimo uguale,
potente forza della natura, felice ed a volte incompreso,
sempre libero e fiero e indomabile,
ti ripeto sinceramente, proprio a te se ti sentivi solo,
AUGURI ! FELICE 2017 !
Nel porgere qui,
personalmente a te che mi leggi o mi ascolti e,
per tuo tramite, a coloro che ti vogliono bene,
i miei migliori auguri per questo 2017,
faccio – ancora – a tutti presente
che per essere davvero un felice 2017
– determinante in vista di un nostro riscatto
ormai avvertito come non più rimandabile –
questo deve essere l’anno in cui, come minimo, per iniziare,
viene massicciamente manifestato un primo collettivo e pubblico
imponente sussulto di dignità
Ecco perché sarà importante
vederci tutti a Primavera a Roma
e sarà importante vedere chi non ci verrà !
AUGURI SINCERI
Questa foto me la scattò mio padre in piazza Matteotti,
a Castelvetrano, dove eravamo andati da poco ad abitare
in un appartamentino al primo piano del Cortile Murania
dopo tre anni vissuti in un appartamento fornitoci dai Mandina,
sulla via per Selinunte, dove ero nato io e dove,
ad appena due anni compiuti, vidi morire mia nonna,
Caterina Giliberti Mendolia di Montevago y Santamargherita,
e piangere mio nonno Giuseppe Cacioppo,
grande artista e capopolo suo sposo,
e – cosa che poi scoprii davvero rara –
vidi piangere persino mia madre Margherita,
grande intellettuale degna figlia del mio grande nonno
La seconda guerra mondiale è finita da poco,
io qui nella foto di anni ne ho quattro,
c’è il sole
Sul marciapiede,
appena fuori dal nostro cortile,
seduto sul mio cavallo a dondolo in legno e cartapesta
che il nonno mi ha costruito e regalato,
guardo curioso e preoccupato le donne in nero,
molte, che in silenzio, poco più giù,
sono assiepate davanti all’arco del Cortile De Maria,
proprio lì dove, dalla piazza,
la strada porta in leggera discesa verso il mercato di Sant’Antonio,
ricco di pesce fresco e meravigliose verdure
Quella stessa mattina, all’alba,
ero stato svegliato da un rumore terribile,
quello di una raffica di mitra,
ed ero corso a rifugiarmi da mia madre che,
con voce tranquilla mi disse di tornare subito a letto a riposare
Quella notte era stato assassinato,
a cinquanta metri da casa mia,
il famoso “bandito” Salvatore Giuliano !
Il paese si svegliava con il sole
e nessuno ancora sapeva
Mio padre non era stato a casa quella notte,
lavorava in ferrovia lontano sui treni e non aveva certo sentito la raffica
Tornato a casa all’ora della nostra colazione,
invece di andarsene a dormire aveva voluto portarmi al sole,
fuori dal cortile, con il mio cavallo a dondolo,
per farmi una foto con la sua macchina fotografica Ferrania,
di cui andava fiero
Ma io la raffica l’ho sentita ed ora, mentre lui che non sa mi fotografa,
guardo curioso verso quell’assembramento davanti al Cortile De Maria
Scende la mamma con la grande borsa in paglia per la spesa
Mi porta al mercato per compagnia, così mio padre torna sopra in casa,
con la Ferrania in mano ed il cavallo a dondolo sotto un braccio,
per andarsi finalmente a riposare
Presa la discesa verso il mercato,
anche mia madre subito si ferma e si addossa alle altre donne in nero,
assiepate in silenzio a guardare, pietrificate, Salvatore Giuliano morto
Carponi,
mi insinuo tra le sottane e le caviglie delle donne in nero
e vedo il bel Giuliano morto che sembra vivo,
ventre a terra, faccia verso la strada,
occhi scuri spalancati verso me,
lunghi scuri capelli aperti come un ventaglio,
la bianca canottiera tutta fiorita di rosso sangue !
Il nonno ci raggiunge alle spalle e ci chiama,
è un nonno che già sa tutto sull’accaduto ma stavolta tace e,
come la mattina spesso fa,
si offre di accompagnarci al mercato per poi aiutarci,
al ritorno, portando lui la borsa piena
Così, saggiamente, senza dire granchè,
ci distoglie dallo scenario di sangue,
ci rende tranquilli
Mia madre infatti subito accetta e,
con la borsa vuota della spesa in mano,
dopo un grande respiro si affretta e ci precede di qualche passo
Il nonno invece non ha fretta, va più piano ed io,
che ora sono per mano a lui, sto per chiedergli…
ma leggendomi il pensiero lui mi precede e guardandomi dice:
Non credere mai, Pinù, a chi ti parlerà male di lui
perchè Salvatore Giuliano era un bravo ragazzo
In verità, sebbene gli si addossi ogni colpa,
non ha mai ucciso nessuno se non il carabiniere
che gli voleva sequestrare un sacco di grano che aveva rimediato,
in tempi di vera fame,
per portare da mangiare ai suoi genitori ed ai suoi familiari
Dovendo da allora sopravvivere da latitante,
faceva a volte i blocchi con altri pochi amici suoi
sullo stradone per Palermo dalle parti di Montelepre
Ogni tanto fermavano per un paio d’ore i camion e,
se questi trasportavano roba dei ricchi,
li derubava del camion e del carico e poi,
tolto il necessario per le esigenze della banda,
distribuiva tutto il resto, sui monti lì vicino,
ai poveri dei paesini dell’interno !
Tace e, dopo un attimo, aggiunge:
Ora ti racconto una cosa che è successa proprio a me…
Una volta i suoi, giù sulla strada per Palermo,
hanno fermato un camion che portava cose mie,
io ero accanto all’autista
Alle mie grida di protesta si affacciò Giuliano,
da dietro una roccia più in alto, e appena mi vide,
credo mi avesse già riconosciuto dalla voce, disse loro:
“Lassati stari a Pippinu Cacioppu, lassatilu iri
Nun ci fati perdiri tempu, lassatilu carriari quètu chiddru chi vvoli,
chistu è cristianu chi nun travagghia pi li rricchi,
chistu è cristianu chi ss’avìssi avuto guai com’a nnui… fussi ccà cu nniàtri!”
Davvero, nonno? Esclamai, e lui:
Ti ho mai detto bugie?
Ma allora perchè è morto?
Perchè lo hanno ammazzato?
Lo sai?
Gli dissi io che avevo quattro anni, e lui,
che allora ne aveva attorno a settanta come ne ho io adesso,
senza esitare mi rispose:
Potevano da tempo arrestarlo
Avrebbero potuto farlo anche stanotte,
mentre dormiva qui in casa dell’avvocato De Maria,
ma hanno preferito ammazzarlo perchè non parlasse
E di cosa non volevano parlasse?
Mi azzardai a chiedere, e subito lui:
Se l’avessero arrestato invece di massacrarlo,
se avesse affrontato un regolare processo…
sarebbe venuto fuori che lo lasciavano libero
proprio per addossare a lui e alla sua banda…
tutte le orribili malefatte contro il popolo che
– tramite campieri, mafia, carabinieri, militari, massoni, servizi segreti –
i ricchi hanno attuato tra noi in questi pochi anni dopo la guerra…
Poi, alle recenti elezioni,
come sai (ricordi le discussioni a casa?),
ha vinto la canèa democristiana e
– ora che hanno vinto anche politicamente –
i ricchi non hanno più bisogno di attuare stragi contro il popolo,
come ad esempio hanno fatto a Portella, incolpando Giuliano
Ora avevano bisogno di uccidere Salvatore Giuliano perché non parlasse,
perché non si potesse difendere dalle accuse,
perché non si sapesse mai la verità sulla loro cattiveria…
e stanotte lo hanno fatto!
Mio nonno non disse altro ed ora,
chiuso il discorso su Salvatore Giuliano,
immagino vi sarete forse chiesti cosa c’entrasse…
questo racconto su vita e morte del “bandito” Giuliano…
con gli auguri per un felice 2017 che vi sto facendo !
La risposta è che
la verità sulla vita e la morte di Giuliano,
quella verità che non si deve tuttora sapere,
quella verità per coprire la quale fu assassinato,
ci è ancora necessaria, a due terzi di secolo da quei fatti,
per finalmente svegliarci e capire di chi siamo sudditi
Capire che,
senza neppure un pubblico ed imponente sussulto di dignità,
resteremo solo vittime, sudditi impauriti imbrogliati e tremanti
Capirete allora che, se siamo belli solo parole…
sinceramente trovo irrealistico augurare un Felice 2017
Se invece non siamo belli solo a parole…
l’appuntamento di massa di Primavera 2017 a Roma,
un iniziale sussulto imponente di collettiva dignità,
diventa per noi tutti davvero importante
NON SI TRATTERA’ DI UNA COSA POLITICA,
noi tutti pensiamo la politica sia solo intrallazzo e non ci lasciamo intortare
SARA’ INVECE UNA COSA CULTURALE,
un insolito e inatteso sussulto di dignita’,
UN EVENTO che vorremmo il segnale evidente
– anche per gli uomini come per tutte le creature –
di una rivoluzione antropologica epocale inarrestabile,
già ovunque in atto da anni e fin qui guidata dalle donne,
che ci farà liberi e, grazie anche a noi,
farà libero chiunque lo vuole e lo merita!
AUGURI SINCERI
JUST LOVE
“AMORE LIBERO & LIBERO PENSIERO”
Un abbraccio
Se non prima, ci vediamo a Roma !
A presto, Pino