BASTA ! FUORI I MASSONI DALLE ISTITUZIONI !

 

ACCUSO LA MASSONERIA !

E’ LI’ CHE PORTAN TUTTI I FILI !

E’ IL VERO E FIN QUI SEGRETO PARTITO DEI POTENTI !

STRAGI A GOGO’ ?

E’ LI’ CHE SIEDON TUTTI QUANTI: BANCHIERI E IMPRENDITORI, MILITARI E POLITICI, POLIZIOTTI E GIUDICI, PADRONI E BOSS, ASSASSINI E MANDANTI !

FUORI I MASSONI DALLE ISTITUZIONI !

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 MI PARE CHIARO che il cervello strategico della borghesia occidentale, il suo vero partito, la massoneria internazionale a direzione angloamericana, abbia pianificato e stia cinicamente attuando da anni – con ogni falsità ed ogni mezzo – una “strategia della tensione” a livello globale per giustificare il proprio diritto-dovere di difendere il “mondo in pericolo”.

 In questo modo la borghesia occidentale con al suo vertice quella massonica, solo economica e perciò priva di morale, può di fatto governare “lecitamente” negli stati e nel mondo senza più nascondersi dietro il teatrino della politica come faceva prima.

 Nella mente massonica, questa strategia può assicurare alla borghesia occidentale il potere di dirigere a proprio vantaggio la globalizzazione dei mercati malgrado la presenza di altre grandi potenze economiche emergenti: se questa è la strategia, nulla più mi meraviglia. 

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 SCRIVO DA PISA perchè, salvo per le chiamate a cantare in lontane città da solo o con gli artisti del ‘Tribal Karma Art Ensemble’ (la music theatre company con cui lavoro dal suo debutto al festival internazionale di Al Hoceima in Magreb del’94 e con cui ho di recente registrato il nuovo Cd “S’av’a scialàri!”), è tra Pisa e dintorni che vivo e faccio il cantastorie all’antica maniera per piazze e osterie due o tre volte la settimana.

 Detto questo, importante è ora riflettere su ciò di cui vi parlo e capire che se vi parlo anche di me questo accade perchè da cantastorie, come dovrebbe fare un onesto cronista, posso dire solo quanto di persona ho visto e saputo, ho capito e conosco. Personalmente, proprio per quello che ne so, penso sia inutile parlare ancora di politica se, prima, non si pone e si affronta e risolve la “questione massonica”.

http://www.disinformazione.it/massoneria_politica_criminalita.htm

 LO SCHIFO CHE MI FA ciò che per abitudine continuiamo a chiamare politica mi obbliga a dire che di questa “politica” non mi sarei mai voluto occupare ma, come cittadino e cantastorie attento alle cose del mondo, sono costretto ad occuparmene non solo nell’interesse mio ma del popolo per cui ho cantato e scrivo e canto.

 Allarmatissimo per le sorti della libertà e della democrazia, nell’attuale situazione vorrei l’unità di tutti gli onesti per battere una volta per tutte il persistente berlusconismo e, con esso, il vile connubio tra massoneria economica e curia vaticana, il perfido equilibrio segreto tra ‘le due chiese’ che da sempre ci nega un futuro decente.

 Se però, in opposizione al Cavalìre ed ai suoi complici, la scelta dovesse per noi essere quella tra Vendola, Ferrero, Bersani, Renzi, Salvini, Di Pietro, Casini, Fini, Grillo e magari persino i nobili Luca Cordero di Montezemolo ed Emanuele Filiberto di Savoia, non saprei per chi tifare. Non voglio ‘fare di tutta l’erba un fascio’ ma solo dire che, pur essendo essi persone provenienti da aree diverse e pur proponendo essi ricette diverse, le loro distintinzioni non sono – per me – tanto marcate da poterci consentire una scelta seria e vera.

COSA MANCA LORO ?  Una posizione chiara sulla massoneria. Su questo tema mi pare tacciano tutti. Resto in attesa: quando qualcuno ci dirà pubblicamente – come io dico da anni pagandone le conseguenze – che “non si può giurare su due altari ed essere fedeli alla massoneria e alla Repubblica senza essere traditori di quest’ultima” (e magari chiuderà il suo discorso dicendo “Fuori / i massoni / dalle istituzioni !”) allora finalmente sapremo tutti, volendo votare, per chi votare.

 RICEVO: “E’ da un po’ che seguo il tuo profilo, e sono colpito dal fatto che tu spesso parli di massoni e massoneria, facendo spesso riferimento a Berlusconi ed al suo governo. Sei stato senza dubbio l’esempio del vero spirito rivoluzionario per un’intera generazione, una nuova generazione di giovani ascolta ora le tue canzoni cercando risposte che gli attuali partiti di centro sinistra, dal PD a SEL e perfino la FDS, faticano a dare a causa del loro spirito riformista. Un compagno come te, non dovrebbe tornare a parlare di movimento operaio e di lotta di classe, più che di massoni e massoneria?”.

 RISPONDO: “Non si può tornare a parlare di movimento operaio e di lotta di classe se prima non si solleva ed affronta la ‘questione massonica’. Se la lotta di classe mira a scalzare il potere della borghesia nell’interesse delle classi subalterne, chi lotta dovrebbe individuare innanzitutto la mente strategica segreta della borghesia e smascherarla pubblicamente per neutralizzarne la potenza dovuta alla segretezza delle sue trame. Non credo si possa onestamente credere di lottare contro il potere borghese senza uscire dal generico e – prima di ogni altra mossa – localizzare dov’è che la borghesia nasconde il suo cervello (massoneria) e le sue mani sanguinose (mafia, criminalità organizzata): solo dopo si potrà lottare per scalzare il potere della borghesia con qualche possibilità di riuscita, altrimenti si rischia di far chiacchiere narcisiste, inutili e pericolose perdite di tempo”.

 

 DA ONESTO CANTASTORIE, son cinquant’anni che scrivo e canto ma, ora, da oltre venticinque, dalla terribile morte di Mauro Rostagno a Trapani nel 1988, canto anche di massoneria (“Massoneria: / è lì che portan tutti i fili ! / Coperta, sia? / Ma per nascondere i più vili ! / Stragi a gogò? / E lì che siedon tutti quanti: / padroni e boss, politici e mandanti!”), e ne canto ogni volta consolato e rafforzato dalla solidarietà popolare.

 NELLA MIA CONVINZIONE si debba fare chiarezza sulla massoneria sono,  purtroppo, invece rafforzato dal fatto che – proprio a causa di ciò che dico e canto sulla massoneria – vengo sempre più emarginato dai luoghi ufficiali della cultura e dell’arte. 

 Questo, incredibilmente, avviene malgrado il mio mezzo secolo da noto cantastorie, i miei venti e più dischi, le mie note collaborazioni con Dario Fo e Pasolini e De Andrè ed altri mille, le mie migliaia di video su Youtube, i miei 5.000 amici su Facebook e le centinaia di migliaia di miei risultati di presenza sul web rilevati da Google: meno male, allora, che da sempre vivo in strada e campo grazie alla strada (come deve fare un cantastorie secondo tradizione) e, così, sopravvivo comunque e alla grande.

 E’ bene però notare che la mia emarginazione dalla ufficialità della cultura – dovuta al fatto che “il padrone non offre il microfono a chi gli canta veramente contro” (me lo disse Adriano Sofri nel ’66 quando, con altri 5 allora giovani eroi, fondai  il ‘Canzoniere Pisano’) – diventa molto più pesante dal ’91 quando, dopo il mio “Lamento per la morte di Mauro Rostagno”, scrivo e canto anche “Massoneria!” iniziando a sollevare la ‘questione massonica’ a cominciare dalla sua pesante ingerenza nell’amministrazione della cosa pubblica.

 Inizialmente temevo reazioni piduiste e, a Pisa, cercavo rifugio tra i dirigenti di sinistra che negli anni giovanili avevano cantato con me i miei canti di protesta, ma ho subito notato che il popolo mi ascoltava ed appaludiva come prima ma i suoi “compagni dirigenti”, ascoltate le mie nuove canzoni, guardavano altrove e non facevano commenti.

 Anche ora Pisa è amministrata dalla sinistra. Il suo popolo, che mi ha sempre voluto bene, anche ora me ne vuole, ma i suoi dirigenti ufficiali, i politici di mestiere, gli amministratori locali, assolutamente non me ne vogliono più. Da quando canto anche di massoneria, essi non solo non m’invitano più alle celebrazioni storiche e alle feste popolari di partito ma (così penalizzando, da decenni, la città tutta!) mi negano quei luoghi che prima mi ‘concedevano’: parlo, per capirci, del teatro comunale “G.Verdi” dove a prezzi superpopolari avevo fatto suonare i più grandi jazzisti del mondo, il teatro comunale estivo del “Giardino Scotto” dove organizzai tra tante cose anche il ‘debutto’ del mio amico De Andrè, lo stadio comunale “Arena Garibaldi” dove montavo rassegne nazionali di musica popolare !

 Non sapevo niente di massoneria fino alla morte di Mauro Rostagno a Trapani nell’autunno dell’88 ma, riflettendo sul come e perchè della sua uccisione per mano mafiosa, mi è subito balzato alla mente di aver parlato con lui, poco tempo prima della sua uccisione, dell’elenco – allora appena scoperto – degli aderenti alla loggia massonica coperta trapanese ‘Iside Due’ (‘coperta’ dal “circolo culturale Antonio Scontrino”): una loggia che, da Trapani, ìmpera sul tutto il Mediterraneo.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/02/13/trapani-boss-massoni.html

 Pensando ai nomi degli aderenti alla “Iside Due” venuti fuori in quei giorni, Mauro ed io ironizzando ci lanciavamo l’un l’altro una sola domanda, chiaramente retorica: “Cosa faranno mai, tutti insieme nella stessa loggia segreta, il deputato regionale democristiano Canino, il senatore socialista e banchiere Antonino Di Martino, il vicequestore Bonura, un ufficiale comandante dei carabinieri, un magistrato della procura, il colonnello Mauro comandante dell’aereoporto militare, il potentissimo costruttore Puccio Bulgarella (anche proprietario della televisione locale per cui Mauro lavorava) ed i noti mafiosi Mariano Asaro, Agate e Minore, cioè i boss delle cosche mafiose più pericolose e potenti da Catellammare del Golfo sul Tirreno fino a Mazara di fronte all’Africa?!”.

 La risposta è nella morte di Mauro Rostagno e, io credo, di Ilaria Alpi e di chissà quanti altri cittadini onesti, scomodi alle strategie della Iside Due. Solo ora, da pochi anni, è ufficialmente di pubblico dominio, grazie al processo riaperto a Trapani sulla morte di Mauro, ciò che io penso e canto nel mio “Lamento per Mauro Rostagno” fin dal tempo della sua morte: “…Andate a quel livello ad indagare! Tra gli amici di Licio Gelli e di Canìno! Sica (l’Alto Commissario antimafia di allora!) non sa quello che, a Trapani, sa tutta la gente sugli aderenti alla loggia massonica coperta Iside Due, detta ‘loggia scontrino’?!”.

 Dopo ventitrè anni, grazie alla riapertura del processo per la morte di Mauro s’iniziava a guardare nella direzione giusta. Da repubblica.it: “Rostagno, ritrovate le carte sparite sui rapporti fra mafia e istituzioni – Gli appunti del sociologo ucciso nel 1988 erano in una busta acquisita agli atti all’inizio degli anni ’90 e poi “dimenticata” – Dice il procuratore: “Se fossero stati esaminati subito, le indagini avrebbero preso una pista diversa!” – ” Indagava sui rapporti fra Cosa nostra e uno strano circolo culturale, lo ‘Scontrino’ il salotto più esclusivo della città dove si incontravano politici, professionisti e mafiosi”

 >http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.repubblica.it%2Fcronaca%2F2011%2F04%2F21%2Fnews%2Frostagno-15198406%2F&h=5e9fc

 Agostino Cordova (un magistrato poi ‘opportunamente’ pro-mosso a Napoli), mentre indagava in Calabria su ‘ndrine della ‘ndrangheta (grosso modo corrispondono alle cosche di mafia e alle famiglie di camorra), grazie alle risultanze delle sue indagini, prima di essere trasferito aveva ipotizzato che i veri capi delle ‘ndrine fossero quelli iscritti alle logge massoniche coperte calabresi.

 L’assassinio di Mauro a Trapani da parte di un gruppo di fuoco mafioso e la presenza dei più potenti boss mafiosi tra i membri della potentissima loggia Iside Due rafforza l’ipotesi da me lanciata sulla responsabilità della Iside Due nella morte di Mauro e, mirabilmente, anche l’ipotesi sostenuta dal giudice Cordova prima d’essere trasferito a Napoli e cioè che, detto con parole mie, “la ‘terribile criminalità organizzata’ non sarebbe così terribile (nè così tanto organizzata!) se non fosse il ‘braccio armato’, quello nascosto e illegale, della massoneria!”.

Espressi liberamente per la prima volta questa opinione, qui sopra virgolettata, tre anni dopo la morte di Mauro e lo feci a Pisa, durante un pubblico incontro ufficiale nell’Aula Magna della ‘Sapienza’ con l’onorevole Orlando, l’ex Sindaco antimafia di Palermo, davanti ad un traboccante consesso di studenti, baroni universitari, cittadini, amministratori locali.

 Dopo quelle mie poche ma precise parole ci fu un grande applauso da parte degli studenti e dei cittadini presenti, ma ci fu anche una – per me allora sorprendente – grande freddezza di docenti e amministratori, tra cui conoscenti ed amici miei ufficialmente ‘di sinistra’.

 Iniziò così, da quel giorno, a Pisa, la mia emarginazione dalle rassegne ufficiali (gestite ora da imprenditori – pricipalmente Scarpellini, Zaccardi e Fornai – che usano i soldi pubblici in accordo con i politici e ci servono ‘prodotti culturali’ culturalmente indecenti) e dalla possibilità di esibire qualcosa, d’altri o mio, nei luoghi pubblici che prima mi venivano con fiducia affidati.

 Nel frattempo, con i miei nuovi brani inseriti da amici su Youtube, si allarga in fretta la fama delle mie opinioni sul ruolo della massoneria e, di pari passo, la mia emarginazione cresce anche fuori Pisa: se non fosse per i giovani (che di regola mi fanno cantare nei loro ‘centri sociali’, ma vorrebbero cantassi ovunque e talvolta riescono a imporsi alle burocrazie di partiti e associazioni e mi fanno invitare, per fare un esempio, alle feste di Rifondazione o dell’Anpi) canterei solo per strada!

 Avevo iniziato a guardare seriamente alla massoneria solo dalla morte di Mauro Rostagno, nell’88, e ne sapevo ancora troppo poco. Come tanti ho poi assistito allarmato, nei primi anni ’90, alla scesa in campo del noto ‘cavalìre’ piduista padano e, allarmatissimo, all’impetuosa sua ascesa da perfetto cialtrone nelle istituzioni repubblicane.

 Proprio per questo, in più, stavo a soffrire la ‘Sindrome di Cassandra’. Credevo la massoneria fosse una cosa dei padroni, una cosa borghese, una cosa ‘di destra’, e soffrivo – come l’omerica profetessa inascoltata prima della caduta della sua città in mano greca – perchè mi sentivo inascoltato dalla sinistra sulla pericolosità del ‘cavalire’ per la sua appartenenza alla massoneria ed alle conseguenti collusioni criminali.

 Ho capito solo poi – a mie spese – quanto potente fosse la massoneria anche a sinistra: solo nel Pd a livello nazionale oltre duemila massoni in posti di responsabilità, a Firenze si sa che contano solo i massoni, a Pisa ci sono una ventina di logge di cui alcune coperte e la segretaria di Licio Gelli abita a pochi passi dal palazzo comunale. Il risultato? Anche a Pisa ora si sopravvive alla meglio, come altrove, troppo spesso senza soldi e senza lavoro, con le fabbriche che chiudono e gli affitti giunti alle stelle ed il conseguente catastrofico aumento del ricorso all’alcool ed alla piccola criminalità diffusa, giustificata dalla necessità.

 La città non è più dei Pisani, fisicamente: il suolo è di chi ne ha ottenuto l’appalto e ti fa pagare il parcheggio anche sotto casa, le spiagge di quelli che ti nascondono il mare con le cabine e ti fanno pagare un occhio per entrare a spogliarti e tuffarti, la splendida Piazza dei Miracoli in monopolio ai bigliettai dell’Opera del Duomo che non ti fanno giocare sul prato e ti fanno pagare l’ngresso al tuoDuomo e alla tua Torre Pendente, anche se sei Pisano.
 E che ne è del Parco Naturale, della macchia mediterranea che accosta e avvolge la città fino a Livorno e a Viareggio? Invaso dalla base americana Camp Darby, dall’aereoporto sempre più militare e, sempre più, da alberghi, villette e ville (tra le quali quella donata da Carlo Ponti a Sofia Loren), campo di golf, e chi più ne ha più ne metta. Fino al ‘rigassificatore’ del metano (che arriverà per nave congelato), in costruzione in mare poche miglia davanti a noi e la cui eventuale esplosione, accidentale o per terrorismo, sarebbe catastrofica. Certamente catastrofica, per via dell’alta popolosità della costa sommata alla vicinanza di varie raffinerie e depositi di combustibile a Livorno, della base americana zeppa di armi atomiche a Tirrenia, dell’aereoporto militare a Pisa, delle varie caserme (e dei varii relativi depositi di carburante e di munizioni) e, infine, del vecchio “centro per le ricerche sulla applicazione militare dell’energia nucleare” che ha di recente cambiato nome ma è sempre nascosto, a soli 5 chilometri da Pisa, nella antica pineta che lambisce la, prima romana e poi romanica, santa Basilica di San Piero a Grado.

 E cosa fanno, da bravi affaristi massoni, gli amministratori locali ‘di sinistra’ che i poveri cittadini hanno votato? Sul parco nulla, anzi approvano un ulteriore progetto (detto HUB) di ampliamento dell’aereoporto militare e di raccordo sinergico di questo con altre realtà (base americana, vie d’acqua tra Pisa e Livorno, caserme strategiche, depositi, etc), ovviamente con conseguenti nuovi contratti d’appalto e relative cementificazioni: la città vota a sinistra, ma intanto della cultura e degli affari se ne occupano solo i padroni. Questo accade perchè la politica – come altrove e magari con soldi di dubbia provenienza – la fanno i padroni massoni e/o amici di massoni. Tant’è vero che a Pisa sono massoni gran parte dei baroni universitari e degli amministratori e politici locali.

 Tant’è vero che a Pisa, salvo frammentate briciole, tutto l’enorme nuovo sviluppo urbano della città è da circa vent’anni affidato al prestigioso costruttore miliardario Andrea Bulgarella, che forse mafioso o massone non è ma, questo certamente, è figlio del potentissimo costruttore trapanese Puccio Bulgarella (ora defunto, ma che sappiamo esser stato membro della loggia massonica coperta trapanese ‘Iside Due’ al tempo dell’assassinio di Mauro Rostagno). 

 Di politici malfattori ce ne sono di ogni colore, tant’è vero che il Cavalìre non lo hanno fatto fuori perchè cane non mangia cane. Sottolineo che a tutti i nostri politici locali e nazionali manca una posizione, pubblica e netta, sulla massoneria. Quando uno di loro (Antonio Di Pietro compreso e Beppe Grillo e perfino Roberto Saviano o Gino Strada o Gad Lerner o Fabio Fazio o Michele Santoro o Vauro Senesi di Livorno) dirà pubblicamente – come pagando di persona faccio io dalla morte di Mauro in poi – che “non si può giurare su due altari ed essere contemporaneamente fedeli alla massoneria e alla Repubblica senza essere traditori di quest’ultima” e chiuderà il suo discorso con un bel “Fuori i massoni dalle Istituzioni !” allora finalmente sapremo se e per chi votare. >

 Tempo fa ho cantato da sera fino a notte a Tavarnelle in Val di Pesa, venti minuti d’auto da Firenze, alla festa della Resistenza e della Liberazione. Di pomeriggio si era parlato, al dibattito, dei molti nostri caduti fino al ’45, per liberare l’Italia, ed io la sera mi sono invece impegnato – con canzoni e brevi introduzioni alle stesse – a far notare che dalla Liberazione ad oggi molti, troppi, sono i cittadini innocenti, operai, braccianti, sindacalisti, studenti, giornalisti onesti, giudici scupolosi, in vario modo uccisi – senza processo – dalla polizia e dalla mafia, persino con le ‘stragi di stato’ al tritolo, in un’Italia dove non c’è la pena di morte!

 Temevo di suscitare un vespaio, seppure a fin di bene, ed invece la mia indignazione è stata ampiamente condivisa (adesso, a freddo, non ne sono neanche più sorpreso). A quel punto non mi restava che passare all’attacco finale e – sapendo bene di colpire forte – affronto, sempre con canzoni e brevi raccordi parlati, finalmente la ‘questione massonica’ e dimostro la inconciliabilità del giuramento di fedeltà alla massoneria e alla Repubblica.

 Felicemente sorpreso, sentiendo scrosciare gli applausi, decido allora di chiudere in bellezza e al saluto – dopo avere in due parole di nuovo precisato che di massoni ce ne sono in tutti i partiti e sottolineato che solo nel Pd ce ne sono migliaia in posti dirigenti e responsabili ed affermato che se silvietto è ancora al governo è perchè ‘cane non mangia cane’ – un po’ preoccupato per la mia sorte scendo decisamente dalla pedana lanciando a gran voce una parola d’ordine: ”Non basta / cambiare / berlusconi! // Fuori / i massoni / dalle istituzioni!”

 E’ finita benissimo! Ero tra la gente che avevo avuto per ore davanti cantando ed ora, tutti, ripetevano con me quella parola d’ordine: credo che per liberare l’Italia tutta come vorremmo nei nostri sogni, sarà la gente comune con alla testa i giovani e le donne ad ottenere l’esclusione dei massoni dalle pubbliche istituzioni.

Pubblicato da pinomasi

selinunte, marinella di selinunte, comune di castelvetrano, provincia di trapani, regione sicilia, nazione italia, madre siciliana, padre pisano, nonno materno scultore liberty ed oratore socialista rivoluzionario, nonno paterno poeta futurista e fascista dalla marcia su roma fino alla fine di salò, scuole in sicilia fino alla quarta elementare, quinta elementare e scuola media a pisa, maestro d'arte diplomato all'istituto statale d'arte di pisa con la migliore media di voti del suo corso, poi - come pittore allievo di severa e purificato all'accademia delle belle arti di firenze - studia anche anatomia e storia dell'arte e, al contempo, aderisce alpotere operaio pisano che ruota attorno alle con/vers/azioni di sofri cazzaniga dellamea luperini e fonda con alfredo bandelli e lydia nissim ed altri il canzoniere pisano dando inizio alla nuova canzone popolare di lotta che caratterizzerà il movimento di antagonismo politico culturale per tutto un quindicennio caratterizzato dalle lotte sociali e dall'unità tra studenti e operai, unità che dava al movimento di allora la forza bastante a richiedere ed imporre al sistema di potere bipolare asssoluto filosovietico o filoatlantico di allora una alternativa indipendente di democrazia diretta, esempio temibile di questa forza fu per i potenti di allora l'autunno caldo del 1969 ed a questa forza da loro temuta risposero immediatamente con la strategia della tensione iniziata appunto con la strage di piazza fontana a milano del 12 dicembre 1969, strage di cui lo stato accusava gli anarchici e di cui invece pino, in piena sinntonia con la nascente lotta continua di adriano sofri e di mauro rostagno, accusava lo stato come mandante ed esecutore della strage attraverso i suoi servizi appositamente segreti, nasce così il canzoniere del proletariato e la collana dei dischi di lotta continua, nascono i circoli ottobre, nasce il film di pasolini sulla strage e nasce la distribuzione militante dei dischi e del film e dei concerti con il circuito culturale alternativo rappresentato dai circoli ottobre, ma la strategia della tensione attuata dal potere centrò comunque il suo principale scopo e cioè quello di spostare improvvisamente lo scontro col movimento antagonista dal livello prevalentemente culturale a quello prevalentemente militare, che non poteva che portare al soffocamento culturale del movimento...