LA POLEMICA
Molti,
a buon diritto,
seguendo in questi giorni la furiosa polemica esplosa
attorno al film di Roan Johnson ” I PRIMI DELLA LISTA “
– film del 2011 dove si parla di me in chiave come minimo ironica –
si chiedono, e mi chiedono, perchè la polemica sia scoppiata solo ora.
Prometto che, superando a fatica l’imbarazzo, sarò sincero.
La polemica divampa solo ora perché il film di Roan Johnson
non solo ha ridicolizzato la drammatica verità storica del periodo narrato
ma anche ucciso la mia credibilità di cantastorie e quindi azzerato le richieste
di mie date per concerti, riducendomi a vivere di elemosine cantando solo per strada.
LA POLEMICA
Solo adesso, dopo cinque lunghi anni di disastri economici e umani
come conseguenza del film verso di me e quindi anche verso i miei familiari
(disastri di cui non voglio qui dire ma che potete facilmente immaginare)
“finalmente”,
frantumandomi a metà novembre un femore alle prove di uno spettacolo
che nel tempo libero cercavo con altri di mettere in scena,
ho avuto in dono dalla sorte
mesi di immobilità e, di conseguenza,
tutto il tempo necessario a riflettere ed a mettere insieme
i piccoli e grandi frammenti di mia consapevolezza rispetto al film.
Frammenti che in questi ultimi cinque anni di nostra umana tragedia
erano rimasti sperduti nella nebbia quotidiana del sopravvivere
ed anche se affioravano e ben si accompagnavano a nuovi elementi acquisiti
subito affondavano nel mare delle quotidiane esigenze della fame, ben più urgenti.
LA POLEMICA
Così,
direi fortunatamente,
grazie al fatto che se ti sgretoli un femore ti portano di corsa in ospedale
e ti operano per rimettere insieme tutti i frammenti dell’osso con le viti
e ti infilano per lungo uno spiedo nell’osso per tenere insieme il tutto
e poi ti ricuciono e devi restare immobile a pancia all’aria a riposare
guardando il soffitto per settimane e a volte mesi
(però intanto ti danno da mangiare tre volte al giorno e pure la merenda)
ho avuto tutto il tempo
(ed evitando la fame pure la tranquillità)
necessario a ricostruire
(assemblandone come d’un femore i frammenti)
tutto l’iter di quando e come e chi ha fottuto
– anche voi e non solo me –
confezionandomi addosso questo film
come una bara in cui seppellirmi e seppellirci nel ridicolo
lasciando credere e confermando, senza dirlo, che il movimento del ’68
a parte le bravate goliardiche del Masi e di altri paranoici come lui narrate nel film
è stato a grandi linee caratterizzato da terrorismo e anni di piombo…
Quando invece sappiamo benissimo e diciamo e vogliamo continuare a dire
che il terrorismo è stato usato dal potere dalla strage di Piazza Fontana in poi
e che gli anni di piombo li ha inaugurati il potere sparandoci piombo
alla Bussola a fine ’68 mentre noi tiravamo soltanto pomodori
LA POLEMICA
Riassumendo,
sono stato immediatamente turlupinato nel 2010
– al momento di approvare la sceneggiatura –
da tipi giùntimi improvvisi tra i piedi mentre stavo incidendo un nuovo disco,
l’unico che conoscevo di loro abbastanza era il “compagno” Renzo Lulli.
Dopo avermi imbrogliato hanno fatto il film a loro pacimento,
senza tener conto delle mie sottolineature sulla sceneggiatura
delle cose che non approvavo e che mi avevano promesso di cambiare.
Incredibile. Proprio come se non ne avessimo mai parlato
ed io non avessi loro indicato le cose non vere su di me
e più in generale sulla storia raccontata.
Poi,
dopo avermi ingannato per ottenere la mia autorizzazione,
da allora e fino ad ora per cinque anni
hanno accuratamente evitato di vedermi e di parlarmi
o invitarmi a dire la mia, come loro,
alle frequenti proiezioni del film con dibattito
da loro organizzate un po’ ovunque in giro per l’Italia e altrove
ed ai festival a cui sono riusciti a proporre il film.
Finchè,
poche sere fa, a Pisa,
esattamente la sera del 9 dicembre scorso,
sul palco del Cinema Teatro Nuovo del Dopolavoro Ferrovieri
– dove per cantare ero giunto in ambulanza con la sedia a rotelle –
mi sono trovato
(per la prima volta dopo cinque anni dall’ucita del film!)
a guardare da dietro le quinte il regista Roan Johnson
parlare del suo film
su di me e sul nostro periodo storico narrato.
Il palco era quello di una festa:
la festa per il cinquantesimo anniversario
della nascita del Canzoniere Pisano
– da me fondato con altri compagni artisti nell’autunno del ’66 –
e dove, come fondatore superstite,
ero stato invitato non a parlare ma solo a cantare.
LA POLEMICA
Vi giuro che non ho detto niente, per non rovinare la festa.
Non ho detto niente ed ho stoicamente inghiottito la sua aria fritta.
Poi, quando è stato il mio turno secondo il progamma,
ho solo cantato quel che dovevo cantare,
e devo dire con grande successo
Solo il giorno dopo
– e solo sul mio profilo Facebook –
ho detto per la prima volta cosa pensavo di Roan Johnson
e del suo deviante sciagurato filmetto da cassetta
(stando immobile per settimane a letto, ci avevo riflettuto bene)
e poi, nello stesso post ed in uno successivo
(potete andarli a vedere),
ho chiesto agli organizzatori perchè avessero invitato Roan Johnson,
dato che a mio parere col tema della festa non c’entrava niente.
Apriti cielo!
Gli organizzatori hanno reagito
difendendo la loro scelta
(andate a vedere quanto scorrettamente!)
e da allora, necessariamente, è nata la polemica pubblica
che mi ha dato per la prima volta, finalmente,
modo di parlare, pubblicamente,
di come sono andate le cose nella confezione del film
Roan Johnson,
malgrado la durezza del mio attacco
continua a non dire niente facendo il signore
ma, in realtà, trema perchè sa di averla fatta grossa.
Ho saputo da amici che, in privato, sta scaricando la colpa su Renzo Lulli
che gli avrebbe fatto credere per vere le cose false che il film dice su di me…
LA POLEMICA
Vi dico come stanno ora le cose.
Se tiri, forte, un grosso sasso ben motivato,
ecco che finalmente le serpi velenose
cominciano a scappare dalla melma dove per cinque anni si nascondevano e,
con una feroce muta di agguerriti avvocati penalisti e civilisti
noi le aspetti fuori dal pantano.
Non potranno andare lontano e neppure avvelenarci ancora.
Bene,
anche stasera ce l’ho messa tutta
e se hai ancora dubbi sulla mia versione
vattene un po’ a zappare
(se i bravi contadini ti accettano tra loro)
perché per ora hai chiuso con me
e le centinaia migliaia di compagni
ed amici e libere persone che in questi giorni e notti
hanno letto e leggono attentamente i miei post e…
NON PENSANO CHE LA BANDA
“Renzo Lulli / Ico Gattai / Roan Johnson / Giancarlo Degli Esposti”
SIA UNA BELLA DITTA DI COMPAGNI,
anzi pensano il contrario
Ps: Comunque non è mai troppo tardi, non disperare.
Magari leggiti anche i loro commenti e rifletti un pochettino
Buonanotte
LA POLEMICA
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SE NON PUOI FARE DI PIU’ ALMENO CONDIVIDI
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