LA VERA NATURA DELL’EROS
RIVELATA DALLA SACERDOTESSA DIOTIMA
(dal Simposio di Platone)
…
LA VERA NATURA DELL’EROS
RIVELATA DALLA SACERDOTESSA DIOTIMA:
E chi ti dice, Sòcrate, che Eros sia un dio?
e tutte le donne, subito, esclamano:
Chi ti dice che Eros sia un dio ?!
Socrate, sorpreso, dubbioso:
E’ allora… un comune mortale ?
e Diotima:
Credi esistano, Socrate, solo i comuni mortali e gli dei immortali ?
O sai dello spazio infinito tra gli uni e gli altri,
colmo di àngeli e démoni e ninfe e muse?
Animandolo,
tali entità intessono di sè l’universo intero
con differenti ruoli e conseguenti poteri
Tra questi, Eros è il più importante e potente
e, subito, tutte le donne ripetono:
Eros è il più importante e potente !
Socrate, affascinato ora e più calmo, chiede:
E per quale motivo, Diotima,
Eros è così importante e potente?
Forse perchè come dicono poeti e cantòri
egli è leggero e dolce, bello, ricco e sapiente?
Diotima:
No, Socrate…
Queste sono affermazioni di poeti minori e pretesi cantòri
che nulla hanno del realismo morale del grande Omero
o della profetica eleganza animale della splendida Saffo…
Tali sciocchezze,
utili solo a digerire stucchèvoli commedie spacciate per opere d’arte,
nulla dicono sulla vera natura di Eros
Che ti piaccia o no, Socrate, è bene tu sappia che Eros non è leggero,
e neppure dolce, bello, ricco… nemmeno sapiente !
e tutte le donne, in coro:
Eros non è leggero, dolce, bello, ricco, e nemmeno sapiente !
e Socrate si arrende e, determinato, ora chiede:
Dimmi tutto allora, o Diotima, sulla vera natura di Eros e…
cosa, della sua natura, lo rende così importante e potente !
e Diotima, calma, prosegue ora nell’iniziazione di Socrate:
Proprio perchè, per natura, mai possiede queste lodate qualità e,
sempre per natura, fortissimamente le desidera,
Eros è tanto importante e potente da superare in grandezza
ogni altra funzione tra terra e cielo
Come non c’e solo terra e cielo ma tutto il resto che corre tra l’una e l’altro,
c’è anche un infinito ventaglio di stati tra povertà e ricchezza,
bruttezza e bellezza, ignoranza e sapienza,
brutalità e dolcezza, morte e immortalità!
Eros desidera fortissimamente ciò che non é e non ha
dando vita così ad un immenso moto di poteri e saperi
e, radicato in terra e in cielo come è,
collega i desideri dei mortali alla volontà degli dei
Ascolta Socrate,
solo se si è consapevoli di una propria carenza si può desiderare di colmarla,
ed Eros, desiderando tutto quello che non è e che non ha,
è sempre al centro tra il ricco e il povero, il dolce e il brutale,
il bello e il brutto, l’ignorante e il sapiente, il morente e ll’immortale…
Mai, o curioso ed intelligente Socrate,
Eros si sentirà abbastanza ricco e bello e dolce e sapiente,
e meno che mai veramente morirà o sarà immortale
Eros muore ogni volta che per lui non c’è nulla da fare…
e d’incanto rinasce ogni volta che qualcuno, o qualcosa,
può momentaneamente placare uno o più dei suoi desideri
Socrate comincia adesso a vedere, a capire, e
– sorpreso dalla visione semplice e cruda della natura dell’eros –
oscilla, preferirebbe rientrare nelle precedenti certezze,
tenta una fuga dall’evidenza con voce travolta dall’emozione:
Non è bello, Eros, e non è ricco nè sapiente, secondo te…
e adesso, a tuo dire, è anche privo di valori e di scrupoli…
E’ dunque cattivo Eros !?
e Diotima, immediata e precisa,
sbarra la strada ad inutili deviazioni e,
magistralmente, lo fa sorridendo :
Sono forse cattive, Socrate, la cicogna che mangia una rana,
la volpe che mangia un fagiano, la carpa che mangia un verme?
Non credo che tu lo pensi
Esse si nutrono secondo natura,
giustamente sfuggendo a ogni giudizio
Affermato questo, serena ma non più sorridente,
Diotima magistralmente usa ora una dizione serrata e indiscutibile
per concludere l’iniziazione verbale di Socrate ai misteri di Eros,:
Eros non è una persona umana o divina
Ora lo sai, prima solo curioso ed ora sapiente Socrate
Libero da ogni morale e perciò non soggetto a giudizio,
Eros è un dèmone che non segue la ragione ma l’istinto
Fondamentalmente,
dal suo desiderio di piacere anche fisico,
procede l’altrimenti impossibile eternarsi della vita mortale,
che per suo potere si rinnova ed eterna attraverso la procreazione
Ugualmente, è da lui che procede,
nel desiderio di provare piacere in tutte le cose,
la ricerca del buono e del bello e del giusto nella vita quotidiana e nell’arte
LA VERA NATURA
Tace ora Diotima, pare aver terminato ogni dire,
ma il suo è un silenzio assorbente, attento e pensoso,
è la pausa che precede la parte più alta della sua rivelazione:
Fin qui, caro Socrate,
hai seguito e capito ogni cosa
Ne sono certa
Cerca ora di seguirmi in quest’ultima parte,
quella più segreta delle discipline d’amore:
La perfetta via dell’amore ha inizio con l’interesse per la bellezza sensibile
ed ha poi per ultimo fine la contemplazione della Bellezza pura
La segreta disciplina…
è nel salire, come su una scala,
da una sola persona bella a due, poi a tutte
Poi ancora, dalla bellezza corporea a quella delle azioni ben fatte,
alla consapevolezza ed alla sapienza, alla pura conoscenza del bello e poi,
ancora avanti, salendo sino alla contemplazione della pura Bellezza
Questo, Socrate,
è il momento più alto di una persona:
l’attimo in cui contempla la Bellezza pura
Al suo confronto sfiorirà il senso delle ricchezze,
dei bei vestiti, dei bei corpi che facevano girar la testa
Cosa proverà quella persona nel fissare la Bellezza pura,
del tutto estranea all’imperfezione umana,
alle sue differenti vanità sensibili?
Cosa proverà nel contemplare la Bellezza divina
nella semplicità ed unicità della sua forma?
Può essere vuota
la vita di chi abbia fissato il suo sguardo sulla Bellezza vera
ed abbia poi vissuto in unione con essa?
Certamente no,
caro Socrate,
perché solamente allora,
solo quando vedrà la bellezza vera
con gli occhi ai quali essa è visibile,
potrà di sè esprimere il meglio
Non una falsa immagine contemplerà, infatti,
ma la virtù più autentica in piena verità
Coltiverà in sé quella vera virtù
e proprio per questo sarà amato dagli dèi
e per certo diverrà immortale
Chiude il rito, ora, Diotima e, senza cambiare tono,
implicitamente salutando Socrate, conclude nel congedarsi:
Basti questo a fare di Eros, anche ai tuoi occhi, o Socrate,
la più importante tra le entità che animano…
e, dopo un profondo respiro, indicando l’infinito con lo sguardo ed un largo gesto:
lo spazio immenso tra terra e cielo
Si abbassa, qui, lentissimamente fino al buio,
la bolla di luce preziosa che avvolgeva Diotima
ed il giovane Socrate accovacciato ai suoi piedi