DA COSA NASCE COSA, partivo per Londra

DA COSA NASCE COSA
è un momento della “STORIA DEL CANZONIERE PISANO” che sto scrivendo 

sanbernardoDA COSA NASCE COSA, MI DICEVO

 DA COSA NASCE COSA
Da cosa nasce cosa, mi dicevo e,
finalmente maggiorenne, con il passaporto appena ottenuto,
stavo partendo per London, la magnifica Londra del ’67

L’occasione era unica
Si era a fine giugno ma si sudava più che in agosto,
Carla era partita per passare tutta l’estate dai suoi,
il caldo sospendeva le prove del Canzoniere,
la politica era sgonfia per la calura
ed io ne approfittavo
per andare a Londra
in autostop

944349_10151417274891879_1435788233_nADRIANO – DA COSA NASCE COSA

DA COSA NASCE COSA
Stavo arrotolando il sacco a pelo per partire
ed ecco che Adriano, il Sofri, invece di venire a trovarmi da solo,
viene al mio studio con lo sciamano Guelfo che scopro intimo suo
E’ lo stesso rapidissimo Guelfo
che mi aveva presentato Riccardo e Lydia
a fine estate del ’66, quasi un anno prima,
per aiutarmi a formare il Canzoniere Pisano
firmandone così l’atto di nascita

 Il Sofri mica era scemo,
naturalmente,
e ogni tanto, se sapeva che eravamo allo studio a provare,
giungeva improvviso,
quasi di straforo visti i tanti impegni,
allegro come un bambino

Le poche volte che venne lo fece da solo,
salvo appunto la volta che racconto adesso,
in cui Carla non c’era e lui venne con il Guelfo,
da molti ritenuto un extraterrestre ma in realtà,
a parere mio e non solo mio, un potente sciamano

11063718_10208142933955550_4419081764660654273_nGUELFO – DA COSA NASCE COSA

 DA COSA NASCE COSA
Era uno studio bellissimo quello dove vivevamo,
Carla ed io, a Pisa, in via santa cecilia venticinque,
l’intero ultimo piano di un palazzo del centro antico
con un panorama infinito attorno a grandi stanze,
non solo per lavarsi cucinare mangiare
far l’amore e dormire ma
– da antesignana factory multimediale,
con gaudio nostro e di chi veniva –
tante grandi stanze per disegnare, dipingere scene,
fare foto e subito svilupparle e stamparle,
serigrafare manifesti, comporre musica e versi,
invitare ed ospitare amici per recitare, ridere, cantare, suonare,
e dove noi del Canzoniere Pisano ci si trovava
per provare le nostre nuove canzoni, sempre contenti

sulla terrazza di santacecilia 25PINO – DA COSA NASCE COSA

 DA COSA NASCE COSA
Ora il rapidissimo Guelfo mi si presenta assieme al Sofri e,
dopo aver ascoltato con Adriano le nuove canzoni,
viene con me da solo a guardare il mondo dalla terrazza e, credetemi,
appena fummo soli in pochi secondi convinse me
– che stavo partendo per Londra –
ad andare prima con lui a Roma anche un solo giorno
nell’interesse del Canzoniere Pisano perché,
e lo pronunciò solennemente,
da ccosa nasce ‘osa“,
magica frase pisana che significa
da cosa nasce cosa
Coincidenze?

A ROMA
A Roma lo sciamano Guelfo si era, presto,
sottratto ai miei occhi nell’interesse del Canzoniere
– a quel tempo non cerano telefonini per restare in contatto –
in cerca di amici suoi che poi negli anni divennero anche miei,
tipo Paola Pitagora, Gian Maria Volontè, Mario Schifano, Lionello Massobrio, Carmelo Bene, Antonello Branca (che però era di nuovo in america), la bellissima Silvana Mazzocchi (che scriveva articoli e forse era fuori per lavoro e non rispondeva da casa sebbene avessimo trovato cabina e gettoni),
e poi Tizio, e poi Caio, e poi non il solito Sempronio ma – addirittura –
l’assurdo Pinco Pallino che si materializzò un attimo
(ma poi sparì perchè aveva anche lui da fare)

ratiocrop
SILVANA – DA COSA NASCE COSA

A MEZZOGIORNO
Forse lo vedremo nner pomeriggio
mi dice il Guelfo quando, a mezzogiorno in punto,
ci ribecchiamo come fissato all’imbocco di Ponte Sisto,
lato Trastevere, e poi, sotto casa di Michele Guidugli,
mercante d’arte garfagnino (che anche lui non c’è), aggiunge
ma pprima gni si telefona per ésse siùri di trovàccelo” 
e, poi,
data l’ora, pensando alla pancia di entrambi, propone:
ora, se ssenti fame ‘ome mme, si sospende le ricerche
e ssi va a mmangià qquarcosa da Agusto qui ‘n Trastevere,
ma pprima si passa un attimino da Ssirvàna, la Mazzocchi,
tanto è vvicino, all’angolo di santa maria co’ vvia de’ jubbonari,
e sse cce la trovàmo“,
 continua in romanesco,
se fàmo du’ spaghetti co’ llei e Rrobberto
Ti ricordi Robbè?
e, ora in pisano,
Venne a Ppisa e tte lo presentai,
‘n Piazza Garibardi,

‘n te lo ri’ordi?

 A PRANZO
Così, cominciando io dall’andazzo a temere che
si va a roma e dda ccosa nasce ‘osa” 
non stesse funzionando
ed essendo io anyway voglioso di partire subito per la great London,
assonnato dal cibo decido di far chiarezza solo al momento del caffè e, finalmente, sazio delle pietanze di Agusto e delle sue offese ai clienti,
di moda nel locale, dissi al Guelfo che volevo andarmi a riposare
su una panchina, al fresco, sotto un albero…
E sse nnon vieni, io vado e cci si trova a ttermini all’ora der treno
aggiungo drastico e lui mi dice, veloce ma sorridente,
un po’ alla livornese, “Okkei, bello mio, fai ‘ome tti pare
Io resto un antro po’ perchè sso cche dda ccosa nasce ‘osa 
e…
Dài, ci si vede a ttermini e tti racconto ‘n treno, non ti preoccupà, ciao

 “Ciao, ciao, ci si vede”
e invece ci si perde del tutto e, off course,
non ci si trova alla stazione termini e nemmeno in treno
e nemmeno a Pisa alla discesa dal treno
e nemmeno in città il giorno dopo quando,
ormai radunate le poche cose utili,
faccio un salto in San Martino al piano nobile per salutare mia madre,
donna Margherita, e babbo Renzo ed i miei fratelli minori Piero ed Ettore
(che allora stavano ancora a casa coi miei ed ora stanno, come me,
dove loro pare, a farsi le cose loro, tutte bellissime)
Era giunto, anyway,
il tempo dell’avventura verso Londra,
la mitica London in mia attesa

PARLIAMONE UN PO’
Vorrei averlo fatto io il tuo viaggio a Londra,

nel ’67, in quel periodo favoloso!“,
direste ora in molti e poi, un po’ maligni, forse aggiungereste
Però, Pino carissimo, questo vostro… da cosa nasce cosa… non ha funzionato… e neppure il tuo amico sciamano!

Totalmente ingiusto!“, direi severo all’istante,
e dopo aggiungerei tranquillo che “La Storia raccoglie fatti
Raccoglie fatti e li coniuga col Già Saputo e,
sempre cercando, di nuovo si racconta e aggiunge…

Aggiunge cosa?
chiedereste forse voi, giustamente curiosi,
ma interrompendomi da cafoni e non per colpa vostra:
dal ’68 che non si usa più l’educazione e, in questo,
forse solo in questo, non tutti ci siamo capiti
L’educazione o, meglio, il savoir faire,
il rispetto dell’altro anyway, pure fosse un mostro
– vi direi – è la migliore forma sperimentata per comunicare
evitando fraintendimenti anche in situazioni tese
Persino tra avversari in guerra
per accordarsi, ad esempio per le tregue,
i temporanei cessate il fuoco,
i canali umanitari

Dando però pane ai denti della legittima curiosità,
per migliorare la Storia aggiungo
(e faccio notare e coniugare col Già Saputo)
le seguenti, importanti, undici note

1° L’unica panchina sotto un albero per riposare la trovai,
dopo un bel po’ di cammino, 
e faceva caldo, a mezza strada
tra Santa Maria in Trastevere e la Stazione Termini
Per farla breve, ma parlo della strada,
venendo da ponte Garibaldi verso corso Vittorio,
per non camminare ancora al sole avevo tagliato a gomito,
dai ruderi di fronte al Teatro Argentina,
verso piazza Venezia 

2°  Ammirando la Colonna Traiana senza traversare la piazza trovai la desiderata panchina sull’angolo di piazza Venezia, alla mia sinistra,
sul bordo dello spazio verde a fianco dell’omonimo palazzo,
con un bel pino, omonimo mio, che frescheggiava il tutto e, finalmente,
abbracciato alla chitarra per non farmela fregare,
mi annidai sulla panchina a riposare

3° Dopo una breve penichella mi sentii di nuovo in forze,
ma cominciavo ad annoiarmi e, siccome era presto per andare al treno, meditando sul “da ccosa nasce ‘osa” mi dissi che comunque,
anche solo per non scoppiare, dovevo subito assolutamente cantare e,
d’un balzo, mi trovai in piedi sulla panchina con la chiatarra in pugno e
– in un pomeriggio canicolare in cui “nissuno a Rroma se move, caso mai se fa ‘na penichella” (io stesso me la ero appena fatta su quella panchina) –
mi metto a cantare a scuarciagola, nel deserto, una mia tra le nostre canzoni,
dopo cinquant’anni ancora inedita così bella che se la presento, ora,
a Sanremo vince: se non andrò a Sanremo sarà perché sono troppo buono
e non voglio che, dopo che ho vinto, chiudono sanremo dalla vergogna
per quel che hanno fatto prima per anni ed anni e tanti poveri diavoli
perderebbero il loro lavoro e, per causa mia,
dovrebbero tornare ad usare la zappa

4° Incredibilmente – è impossibile crederci persino a me che ero lì –
accadde che, nel deserto canicolare romano, mentre iniziavo a cantarla, sopraggiunse l’unica persona in giro oltre me a Roma a quell’ora quel giorno
Alto magro occhialuto e di una certa età, mi passò in fretta innanzi,
silenzioso, di profilo come un graffito egizio, senza guardarmi,
intento come era a camminare veloce per non perdere a Termini il suo treno,
mi disse poi, e al momento di attraversare la piazza si bloccò d’un tratto
proprio sull’orlo del marciapiede, come attendesse lasciar passare un’auto,
che però non giungeva, e poi, di scatto, si volta, mi guarda fisso in silenzio,
torna deciso verso di me, si ferma immobile davanti me
a guardarmi dal basso mentre canto in piedi sulla panchina e ascolta,
zitto, fino alla fine, la mia canzone che tuttora vincerebbe a sanremo

5° Si trattava, questo è il bello, nientepopòdimenochè di Gianni Bòsio,
fedele seguace di Ernesto De Martino, Gianni Bòsio
fondatore del Nuovo Canzoniere Italiano, editore dei Dischi del Sole, fondatore – in gloria del suo Maestro – dell’Istitutodemartino nonchè fondatore e curatore dell’Archivio, annesso all’Istituto, con le preziose registrazioni della “versione orale della Storia vista dalle classi subalterne”: si trattava proprio di lui, di Gianni Bòsio,
del quale io allora niente sapevo e del quale niente mi disse

6° Mi chiese invece senza preamboli, appena finii di cantarla, da chi avessi appreso quella canzone e quando, dall’alto della panchina,
gli dissi che l’avevo scritta io e, tutto d’un fiato,
che a Pisa avevamo unito un gruppo di giovani, il Canzoniere Pisano,
che ne scriveva e cantava molte altre, mi disse in un lampo
– un piccolo luminoso lampo di gioia –
la cosa essere importantissima ma che non aveva tempo di dirmi altro
o avrebbe perso il suo treno per Milano

Risultati immagini per gianni bosio
GIANNI – DA COSA NASCE COSA

7° Nel congedarsi da me, non potendo fare altro al momento,
scrisse veloce su un foglietto l’indirizzo di una certa Giovanna Marini,
dove sarei dovuto andare a nome suo per registrare su nastro le canzoni,
nastro che da Roma gli avrebbero subito spedito a Milano
e lui avrebbe così finalmente potuto pensarci con calma seriamente sopra
Non disse altro, per correre a termini, salvo di andar subito a quell’indirizzo,
cosa che feci appena scomparve per poi correre suibito a termini anch’io
Ricordo bene questo bravo e buono e bello e sapiente e giusto signore vero
– che credo anche lui sciamano o come minimo extraterrestre –
e così, ora che da tempo Gianni Bòsio è tornato nel firmamento,
io ne ho ancora l’immagine viva che, dopo mezzo secolo da allora,
mi guarda penetrante come credevo solo il Guelfo sapesse fare
mentre mi porge il foglietto con l’indirizzo di Giovanna Marini
(che poi scoprirò essere autrice e musicista e cantante)
ed io, sbalordito, lo guardo dall’alto della panchina

8° Passai da Pisa per prendere allo studio il passaporto e poche altre cose
e partii subito in autostop per London fermandomi, stavolta, a Paris
solo per rifornirmi di soldi sulla porta d’angolo dei magazzini Au Printenp
cantando un paio d’ore e riposarmi poi, la notte intera,
ai giardinetti con fontanella e panchina sull’isoletta du Pont Neuf,
come da anni facevo se ero, per qualche giorno o qualche settimana, à Paris,
dopo un panino con formaggio sulla rive gauche
La mattina dopo però stavolta già correvo verso Calais e ricordo, adesso,
solo dei soldi giusti giusti per il biglietto e la nave, il mare, i gabbiani
e l’emozione alla vista delle “bianche scogliere di Dover” e, dulcis in fundo,
chi conosci per caso sulla nave e ti porta in auto a Londra,
fino in centro, a Piccadilly, e ti offre un bel panino e una tazza di tè
London, wow! Finally the great london, wow, wow, wow!

9° Una volta at London e preso in pieno, poco più che ventenne,
da quella esperienza tanto desiderata, saggiamente la usai per maturare
e mi ci fiondai per un paio di mesi 
al punto di dimenticare ogni altra cosa,
fatto – you know it – d’altra parte normale per chi, d’estate,
rientra terapeuticamente nel paradiso terrestre
a risanarsi dagli effetti collaterali della fatica umana e,
per affrontare seriamente la cura, se ne fotte di ogni altra cosa

flower power
LONDON  – DA COSA NASCE COSA

10° Tornando a Pisa a settembre ’67, molto dimagrito e come tutta la vita
senza una lira ma capacissimo di sopravvivere grazie al canto senza rubare,
a due passi dal mio bellissimo studio, in Borgo Largo, tra Salza e il Brondi,
mi videro e mi corsero incontro Riccardo e Lydia e mi abbracciarono e
– credendo facesse loro piacere dopo un po’ che non ci si vedeva –
mi fermai, pensavo per un momento, volentieri anch’io 

11° Dagli abbracci –  e questo è l’ultimo degli undici punti
da aggiungere alla Storia – si passò presto alle parole e,
appena dissi loro che, proprio in quel momento,
stavo rientrando da London, loro dicevano “Londra”,
esclamarono in coro
A Llondra?!
E nnoi ‘un si sapeva!
Te sparisci senza dicci nulla e nnoi,
n’fino a ‘n attimìno fa gguando ti s’è visto, s’era davvero disperati…
E meno male se’ ritornato ‘n tempo… domallaltro si dev’ésse,
tutti noi der Canzoniere, a Mmilano per uno spetta’olo all’Umanitaria
fissato per sabato, e po’ si resta a Mmilano tutta la settimana dopo,
pagano loro le spese Pino caro, non ti preoccupà
Ci si riposa la domeni’a e poi…
da llunedì ci vogliano fa’ ffa’ ssubito un disco!

Volevo ditti ‘e noi si penza d’intitolàllo “Canzoni per il Potere Operaio”,
aggiunge Riccardo, ma sse nnon ti garba se ne pole sempre rajonà“,
ed io, stanato dal mio nirvana londinese,
rientro in quest’altro mio, quello pisano, e, a stento,
riesco a scavarmi tra le parole un varco per dire
Un disco?! Ma chi..
che subito vengo interrotto da un’enfasi che involgarisce
(per fortuna Lydia ora è entrata da Salza a bere un caffè):
Ci ha trovato ar telefono di ‘asa un certo Bòsio
Pare sia uno ‘nmportante, uno che sse va a Rroma
va a arrompe’ ‘oglioni a’ ministri pe’ ffàssi dà i sordi pe lla ‘urtùra,
se è vvero è uno ‘olle palle davvero guadrate!
Menomale sei tornato ‘n tempo, Pino,
‘osì a Mmilano saremo tutto ‘r Carnzoniere ar comprèto
!”
Menomale davvero!“,
sentendo solo il finale aggiunge Lydia,
che scopro senza pancione mentre esce elegante dal bar:
mentre ero a Londra è nato Yuri, il loro primo bambino

DA COSA NASCE COSA
Non c’è altro
Con i requisiti di chiarezza e completezza dovuti alla Comunità,
qui termina la mia testimonianza storica aggiuntiva, in undici punti,
volta a chiarire i fatti e gli effetti, immediati e successivi, conseguenti
a quel mio giornoa Roma con lo sciamano Guelfo, a fine giugno ’67
Giorno da noi investito nel “da ccosa nasce ‘osa“,
per il bene del Canzoniere, su proposta dello sciamano Guelfo
da me subito accettata, esperienza che ebbe buon esito
come peraltro avvenne anche in occasione del primo nostro incontro,
nel settembre del ’66, determinante per la fondazione del Canzoniere

 Lo sciamano sta fuori dal tempo e così – astutamente – lo frammenta,
lo accorcia e allunga, lo smonta ed unisce per necessità e piacimento,
creando lucenti, affascinanti ed efficaci collages,
“miracolose coincidenze” direbbeYung, il migliore allievo di Freud

Infatti per capire meglio il Guelfo, lo sciamano,
chiedete, sui libri,
al migliore allievo di Gustavo Freud

Il Maestro scrisse sulla interpretazione dei sogni e lui,
come avviene a Giotto bambino studiando da Cimabue,
da migliore allievo di Freud  come Giotto supera il Maestro
e scrive la lucidissima introduzione all’I King,
millenario testo Taoista per la interpretazione ritmometrica

di ogni cosiddetta “casuale coincidenza”

 Se non si è portati verso questo tipo di letture si chieda a Matteo Renzi,
che tempo fa ha conosciuto lo sciamano detto “il Guelfo”
e da allora – operando con lui nel “da ccosa nasce ‘osa”
dal paesello è andato a Firenze a fare il sindaco diverso dagli altri,
poi è andato a Roma a fare il presidente del consiglio “nuovo”
che rottama il funzionamento dell’incredibilmente very old apparato statale
e prova con difficoltà a rimuovere cose fin troppo pietrificate
actually cerca di ribellarsi alla Francia e alla Germania
perché lo trattano bonariamente, come si fa con un asinello,
e intanto fanno solo i loro interessi,
economici i truffaldini tedeschi e di grandeur i megalomani francesi

 Capite, ora, cosa succede se uno sciamano dice
Si va a roma e da ccosa nasce ‘osa” ed uno si fida e ci va?
Succederà semplicemente,
a me è successo,
che se ad esempio ti trovi come ero io quel giorno, disperato,
a cantare da solo nel deserto,
ecco che 
senz’aspettarla,
senza conoscerla,
senza averlo mai visto,
senza sapere esistesse,
ti giunge accanto improvviso un uomo,
una persona eccellente che
– ed è questo l’incanto –
per miracolosa coincidenza
è l’unica che avresti voluto incontrare,
l’unica che fa onore al caso tuo,
l’unica che può capirti e aiutarti,
l’unica che – senza sapere che tu esistessi –
aveva bisogno di te quanto te di lui,
l’unica che a te – povero come ogni vero cantastorie –
fa fare subito il tuo primo disco

 Ditemi voi se è poco e ditemi, ora che conoscete ogni aggiunta,
se il Guelfo non è davvero un grandissimo sciamano,
anche se sembra un estraterrestre

 Ditemi se Adriano ha fatto male a volare sulla scopa con lui
per venirmi a trovare allo studio la volta di cui vi ho detto

 Ditemi se ha fatto male Matteo Renzi a fidarsi del Guelfo per, poi,
trovarsi a guidare il Paese in una terribile crisi mondiale epocale

 Ditemi se ho fatto male io a fidarmi del Guelfo e ad andare con lui a Roma
per poi tornare a Pisa con la cosa più desiderata senza saperlo
e dopo due mesi, dimentico di tutto, tornando dalla mitica London,
trovarmi a incidere con gli altri del Canzoniere Pisano
– proprio per volontà del grande Gianni Bosio –
il nostro primo disco,
“Canzoni per Il Potere Operaio”

sulla nave tra danimarca e svezia 1966

Vi ho detto la verità, non sto scherzando
Pensateci dunque un po’ e, se volete, fatemi sapere


 — & —– & & & & & —– & —


                                                     culturePromoter info 18/9/016

 

comunicato IMPORTANTE

Appello di Pino Masi per il Living Music Theatre

cavallo a dondolo

CARISSIMI AMICI ED AMICHE,

Su ideazione del CENTRO STUDI NUOVARMONIA
e grazie alla disponibilità del TEATRO ROSSI APERTO,
miracolosamente nasce a PISA il Living Music Theatre

chiara

Al fine di intrattenere ed informare
i cantastorie hanno sempre fatto,

nella modalità “one man show”,
vero teatro, “living music theatre” appunto,

almeno dai tempi di Omero

imgres

Personalmente,
sarei ora in pensione dopo cinquanta anni – dal 1966 al 2016 –
vissuti da cantastorie o “autore di social songs e story teller “,
ma per essere ancora utile e non dover morire di noia
ho deciso di aprirmi a ventaglio ed attingere proprio da quel one man show,
da me sperimentato on the road per mezzo secolo,
per affidare – a chi lo vuole e lo merita – le arti
del mio antico e modernissimo mestiere di cantastorie

Come?
Creando il Living Music Theatre
e impegnandomi con tutta la Company in ognuna di esse:
dalla scenografia alla coreografia, dai testi alla musica, dalla gestualità alla danza, dalle parti dette a quelle cantate e suonate e a quelle solo indicate o mimate,
ai costumi, alle luci, al trucco e, quando occorre, anche alla ideazione e veloce attuazione di improvvisati accròcchi e marchingegni

Questo già avviene da giugno a Pisa
– la bellissima, accogliente e sapiente Pisa –
nella nascente Company del Living Music Theatre,
totalmente impegnata a costruire ed a portare in scena
il suo primo e già mitico show, JUST LOVE,
trasposizione teatrale in linguaggio attuale
di una dialettica classica sulla vera natura dell’eros

eros
TUTTI I LUNEDI’ al TEATRO ROSSI APERTO,
a Pisa, 
in centro, tra Piazza Dante e Piazza Carrara,
lavoriamo allo show JUST LOVE

Audizioni / selezioni pomeridiane dalle 17 alle 19 (5pm to 7pm)
Prove serali dalle 21 alle 23 (9pm to 11pm)
aperte ad un pubblico selezionato

Chi vuole lavorare a qualcosa di utile e bello non ha che da presentarsi
alle audizioni pomeridiane del Living Music Theatre almeno una volta
e poi venire regolarmente alle prove serali

Banquet_Euaion_Louvre_G467

Vorrei qui dire,
personalmente ad ognuno di voi,
SE TROVI QUESTO PROGETTO BELLO (ED UTILE E GIUSTO),
SE L’IDEA TI PIACE (E TI CONVINCE ED ISPIRA),
PUOI DARCI UNA MANO ?

Gradiamo proposte serie,
collaborazioni con persone meravigliose,
fiduciose prenotazioni per lo show tour di “Just Love”,
ma anche
– URGENTISSIMAMENTE –
I SOLDI NECESSARI AL PROGETTO
JUST LOVE
del Living Music Theatre

(per restare liberi, meglio piccole somme da parte di molti)

PENSACI UN ATTIMO E DOPO,
SE PUOI E VUOI,
VERSA QUANTO PIU’ TI E’ POSSIBILE
sul conto  postepay 4023 6009 0926 0988
e invia una email all’ indirizzo
livingmusictheatre@gmail.com
contenente nome e indirizzo
Avrai così modo di notare la nostra gratitudine ricevendo a casa
il tagliando per l’ingresso scontato del 50% alla prima dello spettacolo e,
sempre in dono, da ritirare a teatro o ricevere a casa,
il cd, il dvd e i testi dello show “Just Love”
da parte del Living Music Theatre

paradiso salentino

SE VUOI AIUTARCI ANCHE IN ALTRO MODO
partecipando personalmente al lavoro, indicandoci nuove possibilità,
invitandoci per una data, fornendoci attrezzature, etc.
SCRIVI A livingmusictheatre@gmail.com
o CHIAMA AL 348 123 3129

INFINE, SE DAVVERO NON TROVI MODO
DI AIUTARCI ANCHE SE VORRESTI,
TE NE SUGGERISCO UNO IO:
CONDIVIDI, CONDIVIDI, CONDIVIDI !
CONDIVIDI PIU’ CHE PUOI QUESTO APPELLO
…e se capiti a Pisa passaci a trovare alle prove serali !

PinoMasi

Grazie e un abbraccio,
Pino

culturePromoter info
The LIVING MUSIC THEATRE
 livingmusictheatre@gmail.com
phone (39) 348 123 3129 

Pubblicato da pinomasi

selinunte, marinella di selinunte, comune di castelvetrano, provincia di trapani, regione sicilia, nazione italia, madre siciliana, padre pisano, nonno materno scultore liberty ed oratore socialista rivoluzionario, nonno paterno poeta futurista e fascista dalla marcia su roma fino alla fine di salò, scuole in sicilia fino alla quarta elementare, quinta elementare e scuola media a pisa, maestro d'arte diplomato all'istituto statale d'arte di pisa con la migliore media di voti del suo corso, poi - come pittore allievo di severa e purificato all'accademia delle belle arti di firenze - studia anche anatomia e storia dell'arte e, al contempo, aderisce alpotere operaio pisano che ruota attorno alle con/vers/azioni di sofri cazzaniga dellamea luperini e fonda con alfredo bandelli e lydia nissim ed altri il canzoniere pisano dando inizio alla nuova canzone popolare di lotta che caratterizzerà il movimento di antagonismo politico culturale per tutto un quindicennio caratterizzato dalle lotte sociali e dall'unità tra studenti e operai, unità che dava al movimento di allora la forza bastante a richiedere ed imporre al sistema di potere bipolare asssoluto filosovietico o filoatlantico di allora una alternativa indipendente di democrazia diretta, esempio temibile di questa forza fu per i potenti di allora l'autunno caldo del 1969 ed a questa forza da loro temuta risposero immediatamente con la strategia della tensione iniziata appunto con la strage di piazza fontana a milano del 12 dicembre 1969, strage di cui lo stato accusava gli anarchici e di cui invece pino, in piena sinntonia con la nascente lotta continua di adriano sofri e di mauro rostagno, accusava lo stato come mandante ed esecutore della strage attraverso i suoi servizi appositamente segreti, nasce così il canzoniere del proletariato e la collana dei dischi di lotta continua, nascono i circoli ottobre, nasce il film di pasolini sulla strage e nasce la distribuzione militante dei dischi e del film e dei concerti con il circuito culturale alternativo rappresentato dai circoli ottobre, ma la strategia della tensione attuata dal potere centrò comunque il suo principale scopo e cioè quello di spostare improvvisamente lo scontro col movimento antagonista dal livello prevalentemente culturale a quello prevalentemente militare, che non poteva che portare al soffocamento culturale del movimento...