CINQUE CANZONI e CINQUE LUOGHI

con alfredo a cantare tra i bambini di napoliCinque Canzoni & Cinque Luoghi

CINQUE CANZONI & CINQUE LUOGHI
una lista, con un filo di storia,
utile alla ideazione e creazione del trailer
per la serata al TeatroNUOVO di Pisa a fine 2016
dedicata ai 50 anni del Canzoniere Pisano,
un filo che percorre veloce la memoria

chiaraCinque Canzoni & Cinque Luoghi

UNO
“è proprio inutile”
di Pino Masi
(Pisa, piazza Garibaldi, davanti al monumento all’eroe,
nostro luogo di incontro quotidiano dal ’66 al ’76)

Testo
E’ proprio inutile girare il mondo
cercando chi non c’è
Vai per le strade, ti guardi attorno,
ma ci sei solo tu

Notti di sempre,
facciamo l’amore

ma già sappiamo che
sarà il risveglio
di un gusto amaro

il vuoto attorno a noi

Adesso so che devo lottare
per la mia libertà

Perchè domani io possa gardare
dritto negli occhi tuoi

Senza vergogna di me
Senza vergogna di me

Senza vergogna di me
Senza vergogna di me

Annotazioni
L’ho scritta nel ’66, mentre nasceva il Canzoniere a Pisa e scoppiava la guerra in Viet Nam. La metto qui all’inizio perchè, a differenza di altre più note che scrivemmo nel successivo triennio, non entra nello specifico di una singola lotta e, restando sul generale, meglio si presta a far sentire l’iniziale spirito del tempo di allora sottolineando lo stupore e il disagio e la rivolta interiore che – dalla scoperta dell’estrema ingiustizia e crudeltà del mondo – ci portò presto alla protesta e alla lotta di massa in ogni ambito sociale

flower powerCinque Canzoni & Cinque Luoghi

DUE
“e anco ar mi’ marito tocca andare”
di Giovanna Silvestri
(Pisa, in via San Martino, tra la fontana e la vecchia sede FAI dove ci riunivamo in assemblea dal ’66 al ’69, cioè a dire dal Potere Operaio Pisano fino alla nascita di Lotta Continua)

Testo
E anco ar mi’ marito tocca andare
a ffa bbarriera ‘ontro ll’invasore
Ma sse vva a ffa lla guerra e po’ ci more
io resto sola ‘on quattro creature

E aveno rajone ll’anarchisti
Ne more tanti e ‘un semo ancora lesti
e sse anco ‘r prete dice ‘he ddovresti
a mmorì tte ‘un ci vai, ‘un c’ènno cristi

E a tte Ccadorna ‘un bastan ll’accidenti
che a Ccaporetto n’hai ammazzati tanti
Noi si patisce ‘n mezzo a qquesti pianti
ma tte, nato da un cane, non li senti

E ‘un me ne ‘mporta della tu’ vittoria
e ‘un me ne ‘mporta della tu’ bandiera
Sputo sopra ll’Italia tutta ‘ntera
e vvado ‘n culo ar Re ‘on la su’ bòria

Ma qquando si farà Rrivoluzione
ti voglio ammazzà io, nato da un cane,
e a’ jenerali, figli di puttane,
gni voglio sparà a tutti ‘or cannone

E a’ jenerali, figli di puttane,
gni voglio sparà a tutti ‘or cannone

Annotazioni
Appresa da Giovanna Silvestri sulle Apuane, dove ancora abita, da una popolana che la ricordava a maemoria, la canzone fu accolta nel repertorio del Canzoniere e cantata in giro per contribuire alla lotta di tutto il movimento. Una lotta contro baroni universitari e padroni di fabbriche ma – anche e da subito – contro il militarismo e la guerra, a partire da quella sempre più atroce in corso in Viet Nam e contro la quale nacque e crebbe tutto il movimento pacifista mondiale

f0d8e2668a1682f772be36e28adebbd4-kLrE-U10303155998252zSG-640x320@LaStampa.itCinque Canzoni & Cinque Luoghi

TRE
“15 ottobre alla saint gobain”
di Alfredo Bandelli
(Pisa, ponte dell’aurelia a porta a mare, dove ebbero luogo gli scontri contro il licenziamento di centinaia di operai)

Testo
Son’arrivate
guasi vattrocento
e cc’è ll’avviso dell’integrazione
Ma ccosa vole ir porco der padrone
Se ‘un ci vede crepà nnon è contento

Ma lla risposta
è arrivata lesta
da pporta a mmare non ci si passava
E s’era tutti lì ppe ffa pprotesta
La Saint Gobain ci aveva messo in strada

E ‘nziem’a nnoi c’era lli studenti,
ll’operai della Marzotto e lli spazzini
Siam tutti sotto ir giogo de’ potenti
Siam tutti oppressi da’ soliti aguzzini

S’era ‘nzur ponte
e nnon ci si moveva
Qui ssi lavora e qqui si vor restare
A chi ‘un gli garba e se ne pole andare
Ma non c’era un compagno che cedeva

Sono arrivati
allora i cellerini
Son’arrrivat’un fottìo di baschi neri
pe ffa ccontento ll’ingegner Masini
e llevare ir Prefetto da’ penzieri

E cchi ddomandava
Ma llo stato ‘un interviene?
l’ha avuta oggi la risposta justa
E’ cche i padroni e llo stato con la frusta
fan tutt’e ddue ‘r medesimo mestiere

E nnoi sfruttati
oggi s’è ‘mparato
cosa vor di’ llottà ccontro ‘r padrone
Contro di lui e ccontro ir su’ stato
ci vuol la lotta e ll’organizzazione

Contro di lui
e ccontro ir su’ stato
ci vuol la lotta
e ll’organizzazione

Annotazioni
Scritta da Alfredo Bandelli nel ’68 a Pisa contro i licenziamenti in Saint Gobain, tra le sue di allora fu la prima ad entrare nello specifico di una singola lotta e lo fece in maniera esemplare. Essa costrinse il Canzoniere all’uso della polifonia e, magistralmente, oggi si presta a farci rivivere il potente passaggio dalla presa di coscienza individuale alla corale protesta e alla lotta di massa

nottebussCinque Canzoni & Cinque Luoghi

QUATTRO
“Viva l’America!”
di Pino Masi
(Pisa, piazza dei Miracoli all’inizio di via Santa Maria, con alle spalle il Duomo e la Torre, tra turisti, polizioti, camerieri, cavalli, carrozze, cocchieri, bancarellai e vo’ cumprà)

Testo
La storia dell’America e’ proprio micidiale
Cristoforo Colombo la vide in mezzo al mare
e, dato che era splendido, la volle regalare
alla regina pallida di un regno occidentale

Chi era?
Isabella?
Bravo Adriano!

La storia ci racconta che il nostro genovese
mori’ tra stenti e brividi lontano dal paese
e che la bella America fu presto squinternata
tra re e baroni e principi per farsi un’abbuffata

Viva l’America, viva l’America
viva viva l’America!
viva viva l’America
viva viva l’America !

Trascorso qualche secolo che l’ebbero spolpata
persino di quei popoli da cui era abitata
si accorsero di avere un pochino esagerato
ma non vollero piangere sul latte ormai versato

E con le navi fragili condotte da negrieri
andarono verso l’Africa e riempirono i velieri
di tanti schiavi agili, di tanta gente sana,
e Via ! Guadagni facili usando carne umana !

Viva l’America, viva l’America,
viva viva l’America!
viva viva l’America,
viva viva l’America !

Cosi’ nacque l’industria e nacquero gli imperi:
usando manodopera fornita dai negrieri!
E nacquero le fabbriche di armi americane
per far nuove rapine in terre più’ lontane

Cosi’ nacque il potere di questo gran paese
che ha sempre pochi scrupoli e molte più’ pretese
per ergersi sul mondo e mettere le mani
negli interessi intimi dei popoli sovrani

Viva l’America, viva l’America,
viva viva l’America!
viva viva l’America,
viva viva l’America !

La storia dell’America e’ proprio eccezionale
per farci anche capire perche’ noi qui stiamo male
E’ che facciamo parte del loro grande impero
ma un po’ troppo periferici, vicino al cimitero

Ci danno quattro spiccioli per farci stare buoni,
ci usano come truppa, ci trattan da coglioni,
ci rendon disponibili per mari e montagne
a togliere per loro dal fuoco le castagne

Viva l’America, viva l’America,
viva viva l’America!
viva viva l’America,
viva viva l’America !

imagesCinque Canzoni & Cinque Luoghi

e CINQUE !
“Viva Maria!”
di Pino Masi
(Pisa, Piazza delle Vettovaglie, epicentro finale della movida antiproibizionista pisana che – iniziata dopocena e lievitata fino a riempire Piazza dei Cavalieri – verso la mezzanotte si ramifica in cerca di allegria tra i vicoli del centro storico medioevale, prima fino a Piazza Santomobono – con sosta obbligatoria al bar La Svolta – per poi finire in Piazza delle Vettovaglie in socievole allegria fino all’ultimo bicchiere, sorriso, saluto, amicizia, cantata, risata, tiro di spinello)

Testo
Vogliamo coltivare la Maria
e la vogliam fumare in libertà,
senza problemi con la polizia
e senza più la mafia finanziar

Vogliamo coltivare la Maria
e la vogliam fumare in libertà,
senza problemi con la polizia
e senza più la mafia finanziar

Scendiamo tutti in piazza per fumar!
Tutti senza vergogna qui a fumar!

Senza problemi con la polizia
e senza più la mafia finanziar

Senza problemi con la polizia
e senza più la mafia finanziar!

urlCinque Canzoni & Cinque Luoghi

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Pubblicato da pinomasi

selinunte, marinella di selinunte, comune di castelvetrano, provincia di trapani, regione sicilia, nazione italia, madre siciliana, padre pisano, nonno materno scultore liberty ed oratore socialista rivoluzionario, nonno paterno poeta futurista e fascista dalla marcia su roma fino alla fine di salò, scuole in sicilia fino alla quarta elementare, quinta elementare e scuola media a pisa, maestro d'arte diplomato all'istituto statale d'arte di pisa con la migliore media di voti del suo corso, poi - come pittore allievo di severa e purificato all'accademia delle belle arti di firenze - studia anche anatomia e storia dell'arte e, al contempo, aderisce alpotere operaio pisano che ruota attorno alle con/vers/azioni di sofri cazzaniga dellamea luperini e fonda con alfredo bandelli e lydia nissim ed altri il canzoniere pisano dando inizio alla nuova canzone popolare di lotta che caratterizzerà il movimento di antagonismo politico culturale per tutto un quindicennio caratterizzato dalle lotte sociali e dall'unità tra studenti e operai, unità che dava al movimento di allora la forza bastante a richiedere ed imporre al sistema di potere bipolare asssoluto filosovietico o filoatlantico di allora una alternativa indipendente di democrazia diretta, esempio temibile di questa forza fu per i potenti di allora l'autunno caldo del 1969 ed a questa forza da loro temuta risposero immediatamente con la strategia della tensione iniziata appunto con la strage di piazza fontana a milano del 12 dicembre 1969, strage di cui lo stato accusava gli anarchici e di cui invece pino, in piena sinntonia con la nascente lotta continua di adriano sofri e di mauro rostagno, accusava lo stato come mandante ed esecutore della strage attraverso i suoi servizi appositamente segreti, nasce così il canzoniere del proletariato e la collana dei dischi di lotta continua, nascono i circoli ottobre, nasce il film di pasolini sulla strage e nasce la distribuzione militante dei dischi e del film e dei concerti con il circuito culturale alternativo rappresentato dai circoli ottobre, ma la strategia della tensione attuata dal potere centrò comunque il suo principale scopo e cioè quello di spostare improvvisamente lo scontro col movimento antagonista dal livello prevalentemente culturale a quello prevalentemente militare, che non poteva che portare al soffocamento culturale del movimento...